Giunto alla mia veneranda età (81 agn e ‘n tòch) mi trastullo nei ricordi con qualche parola nel mio amato piemontese. “Dòp milanta bataje i saro le parpèile e i vad  an arculon ant ët temp” (dopo mille battaglie chiudo le palpebre e vado a ritroso nel tempo). Poiché l’oggi è ossessiva disperazione per il mio Piemonte e in coda, per l’Italia.

Non avvicinarti al pari tuo, stai lontano almeno un metro, non lavorare, non guardare e osservare, non sentire e ascoltare, non parlare, zitto stai, non favellar coi sordi, coi muti e coi ciechi. Tempo est che ne l’occhi tui sia noctis. Impéra l’invisibile assassino, l’angelo della morte che scuote e uccide. Umano: serra l’uscio e piomba la catena alli pulsus.

Questo par essere l’innominato virus che morte pur porta, mentre l’amico svizzero mi chiede se piemontesi e italiani sono tutti impazziti e in preda a una sorta sonno ipnotico. Rispondo con serena flemma che gl’italiani, puranco se terrorizzati da un esercito di politici esagitati e confusi, s’arrangiano come possono; cercano di sopravvivere come fanno da decenni e oggi più che mai. Agli inviti contraddittori dei balbettanti, ridicoli commentatori TV, dall’esercito di maldestri super/esperti parassiti e chiacchieroni, da politicanti guasconi e sciocchi che impongono provvedimenti a ordine chiuso, sempre loro, i cittadini, oppongono il buon senso, con la rabbia di chi subisce l’ingiustizia e il tradimento, ben sapendo e che ne pagheranno molto caro lo scotto. Ma… nulla vien sempre per nuocere!

Si comprende l’urgenza del virus ma sono stati presi provvedimenti senza obiettivi mirati, attuati alla rinfusa su esercizi privati ma soprattutto pubblici; musei e attività culturali connesse, cinema, manifestazioni varie, sport compreso, persino le riunioni di famiglia, tutto può essere utile e lo è ma giunti a questo punto, chiudiamo tutto? Pare di sì, tuttavia l’indispensabile resta quasi ignorato: sono le fabbriche, le aziende, il lavoro. Una delle massime urgenze è salvare la produzione, il lavoro, ed è ovvio, i lavoratori, che non sono quattro gatti ma decine di migliaia. Attraverso il Servizio Sanitario Regionale collegato con il S.S.N., organizzare e predisporre presidi sanitari con almeno un medico e un’infermiera diplomata dotati dell’occorrente minimo utile e posti in fabbrica o in locali predisposti per gruppi di fabbriche, onde prevenire e intervenire con urgenza in caso di contagio: è stato fatto? Non credo, anzi, di sicuro no. Questa gente che forma il governo, sono comunisti autarchici, come buona parte dei sindacalisti e costoro, per loro natura, vedono la fabbrica, come luogo di lavoro composto da individui che producono un profitto a beneficio a una o più persone considerate sfruttatori, una dicotomia in politica.

È la loro secolare “dottrina” che, pur con involuzioni pseudo moderniste, nei contenuti non è mai cambiata. La fabbrica è sempre e comunque un luogo di propaganda politica per il loro partito e nient’altro. Vista la situazione odierna disastrosa della realtà lavorativa piemontese e italiana, si dimostri il contrario.

Stiamo attenti! Questi patrioti non hanno il volto stanco ed emaciato; loro sono avvezzi a simulare. I tristi accadimenti arrivano mentre il paese già da tempo, proprio loro, l’hanno ridotto allo stremo. Non usano ascoltar urla di dolore; morituri te salutant! Mentre altri buoni e bravi cercano una via di fuga, costretti, obbligati da una patria tradita, che non offre loro, ne lavoro, ne un futuro, ma bensì un carico di debiti da pagare a quest’Europa assurda, che nemmeno i pronipoti estingueranno.

Evviva gli inglesi che l’hanno presa a calci; onore e stima a un popolo artefice del proprio destino.

Il Male fisico che vuole carpirci la vita, si assomma al male della Paura, palpabile e concreta in questo paese del nulla, del niente in cui viviamo: Paura per i figli e per gli altri che verranno, se non faremo qualcosa.

Chiudo con un urlo rabbioso contro questi individui saccenti, traditori che hanno schiacciato il Piemonte, non solo ma anche quanto rimane di buono della gente d’Italia.

Ebbene, non credano codesti beoti, lo scriba, benchè provato da mille battaglie frangar non flectar e con me molti, moltissimi altri.

 

Piemonte, 6 marzo 2020

Carlo Ellena

Ex vice-presidente Confartigianato-Torino

 

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